La stima è migliore del -12,8% ipotizzato a giugno, ma peggiore rispetto al -9% indicato del governo nella Nadef
Il Pil italiano registrerà una contrazione pari al 10,6% nel 2020 per poi rimbalzare del 5,2% nel 2021. E’ la previsione del Fondo Monetario internazionale, contenuta nel World Economic Outlook, che migliora le stime rispetto a giugno, quando l’istituto di Washington aveva contemplato per quest’anno un calo del 12,8%. Peggiora invece leggermente il dato per l’anno prossimo: in estate il rimbalzo era stimato al 6,3%. La previsione è peggiore sia rispetto al -9% segnato dal governo nella Nadef sia rispetto al -9,5% stimato dalla Banca d’Italia.
Il debito pubblico balzerà al 161,8% rispetto al Pil
Sul fronte dei conti pubblici, secondo l’Fmi, il debito salirà dal 134,8% del Pil segnato nel 2019 al 161,8% quest’anno, per poi scendere al 158,3% nel 2021. In deciso aumento anche il deficit che volerà al 13% quest’anno per poi ridursi al 6,2% nel 2021. In forte crescita il tasso di disoccupazione che dal 9,9% del 2019 passera’ all’11% quest’anno e all’11,8% nel 2021. A restare fredda sarà l’inflazione. Il costo della vita, affermano i tecnici dell’istituto di Washington, aumenterà quest’anno di appena lo 0,1% nel 2020, per poi accelerare allo 0,6% il prossimo. La bilancia delle partite correnti segnerà invece un avanzo del 3,2% del Pil quest’anno e del 3% il prossimo. In forte contrazione i consumi privati che quest’anno si ridurranno dell’11,8% per poi risalire del 4,9% nel 2021.
Il Pil mondiale calerà quest’anno del 4,4%
Il Fondo monetario internazionale ha alzato le stime sull’economia mondiale grazie alla ripresa nel secondo trimestre dell’anno. Il World Economic Outlook evidenzia tuttavia che quest’anno la recessione “sarà ancora profonda” e che “la ripresa non sarà assicurata finché la pandemia continuerà a diffondersi”. In particolare, il Pil globale dovrebbe contrarsi quest’anno del 4,4% (contro il -5,2% previsto a giugno) per poi rimbalzare del 5,2% nel 2021 (+5,4% la stima di questa estate). “Per evitare nuove battute d’arresto”, rileva l’Fmi, “sarà importante che il supporto pubblico non venga ritirato troppo presto”. E se i primi segnali di ripresa si vedono nelle economie avanzate, la situazione sembra peggiorare invece in quelle in via di sviluppo a causa del diffondersi del Covid.
La Cina unico Paese a crescere
In particolare, nelle grandi economie si è osservato nel periodo aprile-giugno un andamento migliore rispetto alle previsioni. Da registrare il ritorno della Cina alla crescita, già da quest’anno e più forte del previsto. In generale, prosegue Fmi, “i risultati sarebbero stati molto peggiori se non ci fossero stati gli interventi, senza precedenti, sia fiscali che monetari che hanno preservato i redditi delle famiglie, protetto il cash flow delle imprese e supportato il credito. Queste azioni hanno finora impedito il ripetersi della catastrofe finanziaria della crisi del 2008-09”.
Migliora la situazione negli Stati Uniti che registreranno una riduzione del Pil pari al -4,3% (a giugno era -8%) mentre nel 2021 la crescita sarà pari al 3,1% (+4,5% a giugno). Il Giappone segnerà -5,3% quest’anno (-5,8%) e +2,3% nel 2021 (+2,2%). Il prodotto dell’Eurozona scenderà quest’anno dell’8,3% (-9,9% a giugno) per poi risalire al del 5,2% nel 2021. Tra i paesi europei, la Germania dovrebbe registrare un -6% quest’anno (dal -7,8% di giugno) per poi crescere del 4,2% il prossimo (dal +5,4% di giugno); la Francia -9,8% nel 2020 (dal -12,5% di giugno) e +6% nel 2021 (+7,3%); la Spagna -12,8% nel 2020 e +7,2% nel 2021 (dal +6,3% unico miglioramento rispetto a giugno); la Gran Bretagna -9,8% quest’anno (-10,2%) e +5,9% nel 2021 (+6,3%).
Una delle poche economie a crescere anche nel 2020 sarà quella cinese che vedrà un +1,9% già quest’anno (in miglioramento dal +1% di giugno) per poi accelerare all’8,2% nel 2021. In generale, tra i mercati emergenti l’India segnerà un -10,3% quest’anno per poi rimbalzare il prossimo dell’8,8%, la Russia passerà dal -4,1% al +2,8% nel 2021, il Brasile dal -5,8% al +2,8% e il Messico dal -9% a +3,5%.
Gopinath: “La crisi non è finita”
La crisi economica scatenata dal coronavirus “e’ tutt’altro che finita”. Lo ha detto la capo economista del Fondo monetario internazionale, Gita Gopinath, sottolineando che “è essenziale che le misure di sostegno della politica di bilancio e di quella monetaria non vengano ritirate prematuramente”. Nel corso della conferenza stampa di presentazione del World economic outlook, Gopinath ha anche osservato che la disoccupazione resta ben al di sopra dei livelli pre-Covid e che il mercato del lavoro risulta fortemente polarizzato, con le donne e i giovani particolarmente penalizzati.
(Agi)