23 Novembre, 2024
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Per Gimbe il lockdown è dietro l’angolo, il nuovo dpcm rischia di non bastare

L’allarme della Fondazione guidata da Nino Cartabellotta: “Dati Covid in aumento su tutti i fronti”

“La settimana che va dal 7 al 13 ottobre ha documentato numeri in aumento su tutti i fronti. Con una simile impennata della curva di contagi, ricoveri ospedalieri e terapie intensive, le misure del nuovo dpcm sono insufficienti a contenere il virus in alcune aree del Paese”. A lanciare l’allarme è la Fondazione Gimbe che rivolge “un appello alla collaborazione tra presidenti di regioni e sindaci dei comuni”, suggerendo una possibile ricetta per affrontare l’attuale emergenza: “Intervenire tempestivamente con misure restrittive locali, compresi lockdown mirati, per circoscrivere i focolai, arginare il contagio diffuso, non perdere il controllo della curva epidemica e prevenire il sovraccarico degli ospedali, anticamera di lockdown più estesi”.

Entrando nel dettaglio, il monitoraggio della Fondazione Gimbe ha rilevato nella settimana 7-13 ottobre, rispetto alla precedente, “un incremento esponenziale nel trend dei nuovi casi (35.204 vs 17.252) a fronte di un moderato aumento dei casi testati (505.940 vs 429.984) e di un netto incremento del rapporto positivi/casi testati (7% vs 4%)”.

Dal punto di vista epidemiologico “crescono i casi attualmente positivi (87.193 vs 60.134) e, sul fronte degli ospedali, impennata dei pazienti ricoverati con sintomi (5.076 vs 3.625) e in terapia intensiva (514 vs 319). Crescita costante anche sul fronte dei decessi (216 vs 155)”. Nello specifico, rispetto alla settimana precedente, ecco le variazioni che si sono registrate: decessi: +61 (+39,4%); terapia intensiva: +195 (+61,1%); ricoverati con sintomi: +1.451 (+40%); nuovi casi: +35.204 (+104,1%); casi attualmente positivi: +27.059 (+45%);  casi testati +75.956 (+17,7%); tamponi totali: +102.881 (+14,4%).

“Gli effetti delle misure del nuovo dpcm – spiega il presidente della Fondazione Gimbe Nino Cartabellotta – oltre a non poter essere valutati prima di 3 settimane, saranno in parte neutralizzati dall’incremento esponenziale dei contagi e dall’ulteriore sovraccarico dei servizi sanitari dovuto alla stagione influenzale. Ecco perché la Fondazione Gimbe si appella al senso di responsabilità ed alla massima collaborazione tra Presidenti di Regioni e amministratori locali, sindaci ‘in primis’: “Altrimenti, persistendo i trend delle ultime settimane – secondo gli scenari previsti dalla nuova circolare del Ministero della Salute – il rischio di restrizioni più ampie (lockdown incluso) è dietro l’angolo”.

I dati dell’epidemia raccontano, infatti, che nella settimana dal 7 al 13 ottobre si sono registrati 35.204 nuovi casi di positività, più del doppio rispetto alla settimana precedente e a livello nazionale l’incremento percentuale dei casi totali è stato del 10,7%, con variazioni regionali che oscillano dal 4% della Provincia Autonoma di Trento al 30,9% dell’Umbria..

L’impennata dei contagi ha determinato un’espansione a macchia d’olio dei casi attualmente positivi che hanno raggiunto il numero di 87.193.

Al 13 ottobre, rispetto ad una media nazionale di 144 casi attualmente positivi per 100.000 abitanti, il range varia dai 41 della Calabria ai 205 della Valle D’Aosta. Anche sul versante delle ospedalizzazioni si è impennata la curva sia dei ricoveri che delle terapie intensive, aumentati rispettivamente di 1.451 (+40%) e di 195 unità (+61,1%).

La percentuale complessiva di pazienti ospedalizzati sul totale dei casi attualmente positivi, rispetto ad una media nazionale del 6,4%, oscilla dal 2,6% del Friuli-Venezia Giulia al 10,2% della Liguria. Nell’ultimo mese si è delineato anche un trend in lento ma costante incremento dei pazienti deceduti: da 70 a 216 per settimana.

Sul fronte della capacità di testing & tracing le performance regionali sono molto variabili: a fronte di una media nazionale di 838 casi testati per 100.000 abitanti, il numero varia dai 523 delle Marche ai 1.276 della Toscana.

L’incremento del rapporto positivi/casi testati passa dal 4% al 7%, a conferma che il virus sta circolando in maniera sempre più sostenuta. Il valore superiore al 6% in quasi tutte le Regioni dimostra un sovraccarico nel tracciamento e isolamento dei focolai e richiede un potenziamento urgente dei servizi territoriali deputati alle attività di testing & tracing. Rispetto ad una media nazionale del 7% il range varia dal 2% della Calabria al 16,4% della Valle D’Aosta.

“Con l’aumentare vertiginoso dei numeri – conclude Cartabellotta – il dato nazionale non rende conto delle marcate differenze regionali e provinciali che richiedono provvedimenti più restrittivi al fine di circoscrivere tempestivamente tutti i focolai e arginare il contagio diffuso». Ad esempio, nella settimana 7-13 ottobre l’incidenza di nuovi casi per 100.000 abitanti, rispetto a una media nazionale di 58,3, è superiore a 100 in due Regioni – Valle d’Aosta (141,6) e Liguria (113,1) – e in 6 province: Belluno (181,3), Genova (144,7),  Arezzo (129), Pisa (125,3), Prato (125,3), Napoli (110,3)”.

(Agi)

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