Dopo il vertice tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani gli alleati di centrodestra hanno parlato di una rosa di più di 20 persone analizzate per le grandi città. Per la capitale si parla anche di Giletti
Il nome del candidato sindaco del centrodestra per il Campidoglio ancora non c’è, oggi dopo il vertice tra Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani gli alleati hanno parlato di una rosa di più di 20 persone analizzate per le grandi città. Tra questi alcuni profili che riguardano la Capitale. Alcune voci tornano a parlare di un possibile interessamento sul nome di Guido Bertolaso. Altre di un interesse ancora vivo per l’ipotesi Massimo Giletti. L’ex responsabile della Protezione Civile già nel 2016 aveva avviato la sua campagna per il Campidoglio, salvo poi fermarsi schiacciato dalla la convergenza di Lega ed Fdi sul nome di Giorgia Meloni e di Forza Italia su Alfio Marchini.
Di preferenza a Roma il centrodestra starebbe pensando ad un nome esterno ai partiti, un tecnico o un profilo ‘pop’, capace di intercettare anche il voto di opinione dei delusi della stagione del M5 in Campidoglio.
“Stiamo vagliando diversi nomi per i candidati sindaco per le grandi città che vanno al voto. Sono molte le proposte interessanti sul tavolo. Lavoriamo spediti per proposte definitive che arrivino nel minor tempo possibile”, ha spiegato la Meloni, che per radicamento territoriale appare la più vicina al dossier romano.
Nel centrosinistra, intanto, dopo le polemiche di ieri, tra Carlo Calenda ed il Pd si starebbe lavorando alla ricerca di una mediazione
che convinca il leader di Azione, al momento in corsa solitaria, a lavorare nel perimetro del tavolo della coalizione accettandone le regole. “La scelta è tutta nelle sue mani, accettare o meno le regole del gioco, che vuol dire anche fare le primarie in accordo con i dirigenti territoriali”, spiega un dirigente Dem. Per ora Calenda ha incassato il sostegno di Italia Viva e +Europa alla sua corsa, anche senza le primarie. Oggi l’ex ministro ha sottolineato nuovamente come a Bologna i Dem non abbiano intenzione di ricorrere ai gazebo e dunque di non comprendere perché a Roma dovrebbero tenersi ad ogni costo, visto anche l’aumento dei contagi legati all pandemia di Covid. Nei giorni scorsi, a quanto filtra, ci sarebbero stati dei contatti telefonici tra Calenda e il segretario Pd Nicola Zingaretti, non è escluso il leader di Azione nei prossimi giorni possa tornare a chiedere un confronto diretto tra i leader della coalizione. In settimana intanto il Pd proverà a riunire nuovamente i rappresentanti della coalizione per fare il punto.
Virginia Raggi nel frattempo lavora alla costruzione della sua campagna elettorale per tentare il bis, pur tra le difficoltà legate ai contrasti interni al M5s,
dove alcuni componenti dell’ala governista apprezzerebbero un suo passo indietro in favore di una candidatura condivisa con i Dem per rafforzare l’alleanza di governo anche sui territori. Nei prossimi giorni è attesa in Campidoglio la possibile formalizzazione dell’incarico con delega a periferie ed educazione civica alla giornalista antimafia Federica Angeli. Un tassello della linea su cui la Raggi vorrebbe insistere che vede legalità e recupero delle periferie come punti forti.