23 Novembre, 2024
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Programmare e prevenire, Facciamolo almeno ora

Lettera al direttore del Corriere della Sera Luciano Fontana, e risposta

 

Caro direttore,
è verosimile pensare che, iniziando dalla primavera 2021, gran parte della popolazione italiana verrà sottoposta a vaccinazione contro il Covid-19. Tutti vorremmo uscire presto, e soprattutto bene, da questo incubo. Conseguente domanda per i nostri decisori politici e le strutture medicosanitarie competenti, sia nazionali sia regionali: vi state già attrezzando fin da adesso, nel dettaglio, per programmare e realizzare in concreto tale prossima, preziosa, complessa e massiccia attività che riguarderà decine di milioni di persone? Come, dove, quando e con quale personale? No polemiche, please: noi cittadini vorremmo solo fatti.
Lorenzo Bonanni

 

Caro signor Bonanni
Intanto spero davvero che sia giusta la sua previsione e che il vaccino contro il Covid sia pronto per la distribuzione già dalla prossima primavera. Temo che ci vorrà un po’ di più; è una corsa contro il tempo e non possiamo che fare il tifo per gli scienziati e i ricercatori impegnati. Al di là della data, la sua domanda è molto importante: governo, amministrazioni locali, strutture sanitarie si stanno preparando a questo appuntamento? Tutto quello che è accaduto finora non lascia ben sperare. Bastano pochi esempi e un profondo scetticismo ci investe. Il vaccino antinfluenzale per cominciare. Siamo stati bombardati dalle dichiarazioni di esperti e amministratori sulla necessità di immunizzarsi tutti contro il malanno più diffuso della stagione invernale. E dunque sarebbe stato normale per le Regioni muoversi in tempo per acquistare le dosi necessarie. Invece no: ora la Lombardia si fa vanto di aver coperto il 75% delle categorie a rischio. Ma non dovevamo farlo tutti, o il più possibile? Invece sembra non ce ne sia a sufficienza neppure per tutte le persone a rischio.
Esempio numero due: i trasporti. Non ci voleva un genio per capire che riaprendo le scuole, bus e metropolitane sarebbero tornati al solito affollamento. Sarebbe stato perciò necessario sfalsare davvero gli orari, istituire i doppi turni al mattino e pomeriggio, programmare le attività che si potevano fare a distanza senza perdita di qualità per gli studenti. Ci siamo concentrati sui banchi a rotelle invece di pensare a come aumentare il numero degli insegnanti, magari pagandoli di più di fronte a orari più lunghi di lavoro. E perché non sono stati utilizzati massicciamente anche i bus privati, fermi perché di turisti se ne vedono pochi? Boh. Siamo invece qui a richiudere quasi completamente le scuole superiori, una sconfitta per tutti.
Ultimo esempio: il famoso tracciamento, la chiave per evitare nuovi lockdown, individuare i focolai e mettere in campo le azioni per spezzare le catene del contagio. Qualcosa per fortuna è stato fatto, il numero dei tamponi eseguiti è aumentato. Ma tutto il resto, a partire dal famoso rafforzamento della medicina del territorio, vicina ai cittadini, è rimasto quasi lettera morta. Cosa dire? Speriamo che le pesanti decisioni assunte ieri ci facciano capire quanto è importante programmare e prevenire. Altrimenti staremo sempre a rincorrere.

(Corriere della Sera)

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