25 Novembre, 2024
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Val d’Aosta, scatta il coprifuoco dalle 21 alle 5 nella regione più contagiata d’Italia

La decisione del neo-presidente Lavevaz dopo il primato per pazienti positivi, decessi, ricoveri, terapie intensive

 

La Valle d’Aosta – la regione più “contagiata” d’Italia in base ai principali parametri (decessi, ricoveri, terapie intensive, contagiati) – ha disposto il coprifuoco per contenere la diffusione del virus. Lo ha annunciato il presidente della Regione, Erik Lavevaz, in conferenza stampa. Il divieto di circolare sarà in vigore dalle 21 alle 5 in tutta la regione.

“Negli ultimi dieci giorni i numeri sono aumentati velocemente – ha detto Lavevaz – ora bisogna evitare che l’ospedale di Aosta vada in crisi. L’obiettivo è di dare tempo al sistema sanitario di normalizzarsi. Siamo nel pieno della seconda ondata, sono necessarie misure per salvaguardare il mondo sanitario, in primis l’ospedale. Abbiamo studiato quattro livelli per la gestione dei malati Covid: l’ospedale, la clinica di Saint-Pierre, la microcomunità di Variney e strutture residenziali per quelli meno gravi. Per questo stiamo mettendo in atto accordi con alcune cliniche per avere dei posti disponibili. Ci stiamo attivando per ospitare in strutture i positivi che non hanno più sintomi. Abbiamo avuto una buona disponibilità. Per quanto riguarda le microcomunità, quello che stiamo cercando di fare è cercare di isolare i casi positivi, e spostarli subito nelle microcomunità”.

Sono 155 i  nuovi casi positivi registrati in Valle d’Aosta nelle ultime 24 ore a fronte di 475 persone testate. I contagiati attualmente sono 1.717. Ci sono stati anche quattro decessi, per un totale di 166 dall’inizio della pandemia. Secondo quanto riportato nel bollettino dell’unità di crisi (su dati forniti dall’Usl) i guariti sono saliti a 1.252.

In questa seconda ondata del coronavirus la Valle d’Aosta è effettivamente la regione con la maggiore incidenza di contagiati rispetto alla popolazione. Secondo i dati elaborati da Paolo Spada, chirurgo vascolare all’Humanitas Research Hospital di Milano (fonte ministero della Salute al 26 ottobre), sono 575,3 su 100.000 abitanti. Al secondo posto, con 348,5 casi positivi su 100.000 residenti, c’è la provincia di Bolzano.

La Valle d’Aosta ha anche altri tre “primati”: il rapporto tra i casi positivi e le persone testate negli ultimi sette giorni (50,14%, seconda la Liguria con il 32,2%), il numero dei ricoveri (59,7 su 100.000 abitanti, seconda la Liguria con 50,8) e il numero dei decessi in sette giorni (6,3 su 100.000 abitanti, seconda la Liguria con 4).

Le motivazioni della veloce e vigorosa diffusione del contagio? Prova a spiegarle Luca Montagnani, coordinatore sanitario dell’unità di crisi sull’emergenza Covid in Valle d’Aosta: “La vita del valdostano è molto comunitaria, soprattutto nei paesi. La gente condivide gli stessi luoghi, dal bar al negozio di alimentari, si incontra spesso. Tutti hanno una tavernetta dove si ritrovano con gli amici. In città è diverso”.

Montagnani aggiunge: “Il contagio è partito quando sono state riaperte le scuole. Tre settimane dopo la prima campanella c’è stato il boom dei casi positivi, che non si ferma ancora adesso. Il contagio è partito dai ragazzi, che non si sono infettati in classe ma in altre occasioni come sul bus, durante le feste o la movida, mentre facevano sport. E il virus così è entrato nelle famiglie”. In media valle si ritiene che uno dei principali focolai sia stata la festa dei ‘Coscritti’, ovvero i neodiciottenni,  che si è svolta a fine settembre tra Verrayes, Chambave e Saint-Denis.

Sull’elevato numero di contagi “pesa la vicinanza con la Francia e con la Svizzera – osserva Silvia Magnani, specialista in malattie infettive all’ospedale Parini di Aosta – e poi tante persone che sono assistite in residenze per anziani dove c’è un alto numero di persone ricoverate. La vita di comunità tipica dei paesi alpini favorisce la diffusione delle infezioni. Infine va detto che, a fronte di poche persone che sono sul campo e lavorano con uno sforzo immane, si fanno tantissimi tamponi e più tamponi fai più trovi casi positivi, soprattutto tra gli asintomatici”.

Già da metà ottobre tre comuni valdostani sono stati dichiarati “zone rosse”. La decisione è stata presa dall’ormai ex presidente della Regione Valle d’Aosta, Renzo Testolin, per i comuni di Saint-Denis, Verrayes e Chambave, in media valle: in tutto oltre 2500 abitanti. In queste zone l’indice di contagio Rt è risultato superiore ai limiti stabiliti dalla normativa. A causare l’elevata diffusione del virus sarebbero state alcune “feste a cui hanno partecipato numerosi giovani della zona”.

(La Repubblica)

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