24 Novembre, 2024
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Manifestazioni a Roma. Tensioni al sit-in a Campo de’ Fiori e al corteo dei movimenti

Mascherine tricolori radunate dalle 16 per dire no a nuovi lockdown. Disordini anche durante il corteo organizzato dai movimenti

 

Tensione, spintoni e tafferugli tra forze dell’ordine e manifestanti, ad un sit in anti dpcm a Campo de’ Fiori, a Roma, dove alcune decine di persone, riconducibili a sigle di estrema, destra hanno manifestato manifestando sotto la statua di Giordano Bruno contro i Dpcm del governo e la possibilita’ di nuovi lockdown.

Dopo il sit-in sotto la statua di Giordano Bruno i manifestanti, un centinaio, volevano partire con un corteo non autorizzato verso piazza di Montecitorio, ma gli agenti li hanno bloccati all’ingresso di piazza del Biscione. Da li’ e’ partita una colluttazione con manganellate nei confronti dei manifestanti, e lancio di oggetti, bottiglie di vetro e petardi contro gli agenti. Nel frattempo alcuni dei manifestanti gridavano “liberta’” e intonavano l’inno di Mameli. Quindi i presenti sono stati fatti defluire nelle vie laterali e verso piazza Farnese, da dove poi si sono dispersi in vari rivoli per il centro. Preoccupazione tra i locali aperti sulla piazza che hanno ritirato in tutta fretta sedie e tavolini per evitare che venissero danneggiati o utilizzati come oggetti contundenti da lanciare.

Le Mascherine Tricolori si sono poi spostate in via dei Baullari proseguendo in corteo e la polizia ha chiuso la piazza di Campo de’ Fiori.

Disordini anche durante il corteo organizzato dai movimenti dove alcuni manifestanti hanno lanciato fumogeni e petardi verso il cordone delle forze dell’ordine schierato nei pressi dell’università La Sapienza. Le Forze dell’ordine stanno allontanando i manifestanti con i blindati e con agenti in tenuta antisommossa.

La manifestazione era iniziata alle 18 in piazza Indipendenza per chiedere misure adeguate a sostegno dei lavoratori e delle fasce sociali colpite direttamente e indirettamente dalle misure di contenimento del contagio. Dietro un grosso striscione “Tu ci chiudi, tu ci paghi” era partito il corteo dei movimenti. I manifestanti volevano arrivare davanti al Mise per rivendicare diritti e istanze di chi stanno pagando in maniera più diretta e pesante le ripercussioni sull’economia della crisi sanitaria.

In piazza gli attivisti degli spazi sociali accanto a quelli dei Movimenti per il diritto all’abitare, i sindacati di base, il mondo dell’università e della ricerca, i lavoratori dello spettacolo e del turismo, i precari, i ristoratori.

I manifestanti indosseranno le mascherine e rispetteranno il distanziamento: non negano la pericolosità del virus e non contestano le misure di restrizione varate per cercare di contenere la curva dei contagi, anzi chiedono la messa in campo di strumenti utili a sconfiggere la pandemia e sostegni adeguati alle persone.

“Se sono necessari i lockdown e le misure di contenimento allora devono essere necessarie anche le misure economiche a difesa della popolazione – dice Alberto Campailla, il presidente dell’Associazione di volontariato Nonna Roma – perché già il primo confinamento di marzo aveva messo in crisi molte famiglie che poi erano riuscite a riprendersi in qualche modo. Adesso con la ripresa del virus e le nuove restrizioni notiamo un aumento delle persone si rivolgono alla nostra rete perché non sanno più come andare avanti”.

C’è la grande questione dei lavoratori in nero che non possono accedere agli ammortizzatori sociali,

“per questo – aggiunge Campailla – è necessario un intervento immediato per estendere il reddito di cittadinanza, con l’introduzione di un reddito universale capace di rispondere ai bisogni delle troppe persone in crisi che lo Stato non riesce altrimenti a intercettare”.

Non solo. “Scendiamo in piazza – dice un altro pezzo del corteo – per le tutele di oggi e le certezze di domani: vogliamo investimenti su trasporti, scuola e sanità. Basta assistere alla carenza di aule e docenti, basta autobus stracarichi, basta sacrifici nelle corsie degli ospedali. Il pubblico deve tornare a essere strategico per il Paese”. Richieste ineludibili per evitare lo scollamento sociale e garantire la ripartenza una volta che la curva dei contagi si sarà riabbassata.

(La Repubblica)

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