L’affermazione del critico d’arte che prima vuole andare a Pesaro, scatena le polemiche tra sindaco e ministro
Rimini, 6 novembre 2020 – “Ceno a Pesaro, poi andrò a San Marino“. L’ennesima provocazione lanciata da Vittorio Sgarbi dalle colonne dell’edizione pesarese del nostro giornale, riaccende i botta e risposta sulle regole sammarinesi più ‘morbide’ rispetto a quelle italiane per contrastare la seconda ondata di coronavirus. Al parlamentare ha risposto sui social il sindaco di Pesaro, Matteo Ricci. “Caro Vittorio Sgarbi, siamo sempre contenti quando vieni a Pesaro – scrive il primo cittadino marchigiano – ma tutti i ristoranti la sera rispetteranno le regole e per questo li troverai chiusi. A Pesaro le leggi si rispettano sempre. Non si scherza sulla pandemia e sulla salute delle persone. Anzi, se vai a San Marino digli che smettano anche loro con le ‘buffonate’. Abbiamo grande rispetto per la gloriosa Repubblica sammarinese ma non esiste che abbiano regole diverse da quelle dell’Emilia Romagna e delle Marche”.
Parole, messe nere su bianco, che non sono passate inosservate sul Titano proprio quando le polemiche dei giorni scorsi, soprattutto con la vicina Rimini, sembravano essersi placate. “Caro sindaco – ribatte sui social il segretario di Stato al Turismo, Federico Pedini Amati – come sai ho grande rispetto per te e per le amministrazioni locali. Il rispetto, la stima e la ricerca di una costante collaborazione però, non possono in nessun modo giustificare l’ossessione, tua e di altri sindaci del circondario, di voler legiferare in uno Stato che, per quanto limitrofo, è indipendente da oltre 1700 anni. Nel tuo post in cui commenti l’arrivo nella tua città di Vittorio Sgarbi scrivi che a Pesaro le leggi si rispettano sempre e che non si scherza sulla salute delle persone. Nemmeno a San Marino scherziamo, anzi, siamo particolarmente attenti all’evoluzione dei contagi e soprattutto anche a San Marino rispettiamo le leggi. Le nostre leggi però”.
Insieme ai colleghi del Congresso di Stato e ai tecnici dell’ospedale “facciamo scelte mirate, sulle quali ragioniamo per giorni – spiega il ministro sammarinese – e che tengono in considerazione sempre quale primo fattore la salute delle persone, ma non trascurano la grande emergenza economica per affrontare la quale non possiamo che contare sulle nostre forze, non avendo noi i contributi internazionali che invece spettano all’Italia”. Quindi, “caro Sindaco, non facciamo ‘buffonate’ perché non siamo buffoni. E francamente, visto che anche lei, come noi tutti, dice di nutrire rispetto per San Marino, ci piacerebbe che abbassasse i toni e verificasse bene se è il caso di rivolgersi in quel modo agli amministratori di un altro Stato”.
(Il Resto del Carlino)