Donald Trump punta ancora alla Casa Bianca. E questa non è una novità: l’ha fatto capire in più occasioni e modi, il tycoon, che non ci sta alla sconfitta, che non vuole ammetterla, che vuole ricontare i voti fino all’ultimo e considerare solo quelli che lui considera “legali”. Insomma, che Trump abbia intenzione di restare dove sta si era capito. La novità è che il magnate avrebbe intenzione di ri-candidarsi alle presidenziali del 2014. A sganciare la bomba, due giorni dopo che i media americani hanno assegnato la vittoria a Joe Biden, lo sfidante pronto a diventare il 46esimo presidente degli Stati Uniti, è stato il sito Axios.
Una notizia sorprendente. Anche perché ammetterebbe quell’aspetto che Trump fino a oggi ancora non ha ammesso: la sconfitta. Nonostante le insistenze da parte della moglie Melania e del genero Jared Kushner. E ha in più casi ribadito di essere pronto a una battaglia legale pur di restare a Washington. La notizia di una ri-candidatura potrebbe quindi aggiungere una nuova sfumatura a tutta la questione.
La giornata di oggi, Trump, l’ha passata a twittare e ri-twittare interventi di esponenti, commentatori e giornalisti a lui più o meno vicini che sostengono in parte o in toto le sue tesi: Biden non ha vinto, i democratici hanno compiuto una frode elettorale, i repubblicani se la sono cavata alla grande alle elezioni. Le trincee legali, ampiamente annunciate, sono la Georgia, la Pennsylvania, il Michigan e il Nevada; lì dove lo scontro è stato più combattuto.
Media americani intanto scrivono che Melania Trump, oltre a consigliare al marito di accettare la sconfitta, sarebbe addirittura pronta a chiedere il divorzio. Solo voci al momento. Mentre i figli Donald jr ed Eric hanno puntato il dito contro i repubblicani che non hanno supportato il padre. Alla lista dei fedelissimi si aggiungono anche il senatore repubblicano del Texas Ted Cruz, il senatore Lindsey Graham, che è arrivato a suggerire una ricandidatura di The Donald nel 2024, l’ex sindaco di New York e avvocato personale Rudy Giuliani. Dall’estero: l’omologo russo Vladimir Putin, quello brasiliano Jair Bolsonaro e quello turco Recep Tayyip Erdogan non si sono congratulati con Joe Biden per la vittoria. Nel frattempo Trump ha licenziato il capo del Pentagono, Mark Esper, e lo ha sostituito con il responsabile all’anti-terrorismo Christopher Miller. Tutto alla sua vecchia maniera: con un tweet.
(Il Riformista)