Un effetto collaterale legato alla chiusura di molte attività. I controlli nei Paesi Ue hanno evidenziato 129mila posizioni irregolari
Con l’emergenza Covid nel 2020 è boom per il lavoro nero e irregolare con una crescita del +21%. Un effetto collaterale della frenata dell’economia, della chiusura di molte attività commerciali e produttive e dell’incertezza per il futuro. È quanto emerge da una analisi dell’Unione europea delle cooperative (Uecoop) su dati dell’Ispettorato del lavoro relativi al primo semestre del 2020 quando i controlli hanno fatto emergere quasi 129mila occupati in nero o irregolari contro i poco più di 106mila registrati nello stesso periodo dello scorso anno.
Più di 2 lavoratori sommersi su 3 (67%) scoperti dai controlli si trovano concentrati in cinque settori produttivi: l’alloggio e ristorazione con il 19%, il trasporto e il magazzinaggio con il 15%, le costruzioni con il 12,4%, le attività manifatturiere con il 12%, il commercio con l’8,6%, mentre meno di un terzo è diviso fra noleggio, viaggi, servizi alle imprese, sanità, assistenza, agricoltura, sport, spettacolo, collaborazioni domestiche.
(Avvenire)