Milano guadagna il 2%, bene le altre Ue
I buoni successi della sperimentazione del prodotto insieme ai dati sulla ripresa di Cina e Giappone alimentano l’ottimismo degli investitori. Tokyo chiude ai massimi da 29 anni
MILANO – Le Borse europee chiudono tutte in deciso rialzo, sostenute in partenza dai dati macroeconomici provenienti dall’Asia e dal fatto che anche l’entourage di Joe Biden non sembra intenzionato ad attuare lockdown pesanti nonostante la diffusione del Covid resti preoccupate per non dare una mazzata ferale all’economia Usa. A metà giornata è però la notizia del successo della sperimentazione del vaccino Moderna a fare una forte spinta agli acquisti, con i listini balzati tutti verso l’alto.
Milano termina a +1,98%, ma sotto i massimi, con Nexi bene intonata dopo l’operazione con Nets per il colosso europeo dei pagamenti. Da segnalare anche l’accordo di Poste per comprare Nexive. Spicca il rialzo di Leonardo (+7,79%), avvantaggiato da nuove importanti commesse annunciate negli Usa. Come già accaduto la scorsa settimana con il vaccino Pfizer, con le buone notizie diffuse da Moderna va in sofferenza Diasorin, specializzata in test diagnostici. In linea le altre Borse Ue: Londra cresce dell’1,66%, Francoforte dello 0,68% e Parigi dell’1,92 per cento.
Sorride anche il mercato americano con in evidenza il titolo Moderna, schizzato in avvio, del 10% mentre sono in calo Pfizer e Biontech , suoi concorrenti protagonisti del rally la scorsa settimana. Per gli indici, alla chiusura degli scambi in Europa, il Dow sale dell’1,04%, lo S&P500 dello 0,62% mentre il Nasdaq sale dell’1,55%.
A salutare i recenti progressi sui vaccini anche la presidente della Bce Christine Lagarde che ha però anche messo in guardia sulle possibile conseguenze a lungo termine della pandemia. “Dobbiamo far si che i cambiamenti della crisi non diventino delle cicatrici” ha detto all’apertura del summit ‘Pionieri del Cambiamento’ del World Economic Forum, sottolineando che finalmente “all’orizzonte c’è un vaccino che sarà distribuito nel 2021” per cui “speriamo che sia una crisi che non duri” e stiamo vedendo l’altra sponda del fiume”.
La Borsa di Tokyo ha registrato in mattinata una chiusura ai massimi in 29 anni, dopo i dati oltre le attese sul Pil giapponese del terzo trimestre – una crescita del 5% che segna l’uscita del Paese dalla recessione malgrado la pandemia del coronavirus. L’indice Nikkei ha segnato un progresso del 2,05% a quota 25.906,93, aggiungendo 521 punti.
L’ottimismo degli investitori è alimentato dai segnali di vitalità delle economie asiatiche: buone notizie dopo il maxi-accordo commerciale di libero scambio con altri 15 paesi dell’area che ha attirato l’attenzione nel fine settimana.
La produzione cinese è cresciuta più velocemente del previsto in ottobre (+6,9% anno su anno), i consumi sono in forte ripresa, segnano un +4.3% anno su anno, gli investimenti immobiliari sono a +12.7% rispetto a un anno fa, il ritmo di crescita più elevato dal luglio del 2018, la ripresa economica secondo l’Ufficio nazionale di statistica di Pechino è destinata a accelerare ancora nell’ultimo trimestre. Il Giappone, la terza economia del mondo, esce dalla fase negativa innescata dalla crisi del Covid: il balzo del Pil nel trimestre è del 5%, il tasso annualizzato di crescita è pari al 21,4% (le previsioni davano una crescita del 18.9%), il maggior incremento degli ultimi 40 anni, il primo segno positivo negli ultimi quattro trimestri in rosso. Il rimbalzo di Tokyo è stato trainato da un’impennata record del 4,7% dei consumi privati (spesa per auto, tempo libero e ristoranti).
Del clima generale di ottimismo approfittano i prezzi del petrolio che si rafforzano in attesa dell’incontro del comitato tecnico di monitoraggio dell’Opec + che potrebbe estendere i tagli alla produzione dei Paesi membri. Nel pomeriggio i contratti sul greggio Wti in scadenza a dicembre salgono a 41,79 dollari, quelli sul Brent a gennaio crescono a 44,31 dollari.
Lo spread tra Btp e Bund apre la settimana in calo. Il differenziale chiude a 116 punti base, con un rendimento per il decennale italiano dello 0,61%. Lo scorso venerdì mattina, lo spread con i titoli tedeschi è sceso sotto la soglia dei 120 punti, segnando il minino da aprile del 2018. L’euro passa di mano a 1,1840 dollari e a 123,88 yen.
(La Repubblica)