22 Dicembre, 2024
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Negazionista prende a calci l’ambulanza che soccorreva un malato: “Fate terrorismo”

Gli operatori erano accorsi dopo una chiamata al 188 per un codice giallo

e sono stati affrontati da una donna che strepitava:

l’autista del mezzo ha chiamato la polizia locale per l’identificazione.

 

Da un bel po’ il vento è cambiato. Soprattutto da quando tanti hanno cominciato a credere alla frottola del virus clinicaemnte inesistente e hanno cominciato a ignorare sempre più le regole.

 

Non più “angeli” ed “eroi”, ma “terroristi”.

Con questo appellativo sono stati apostrofati i sanitari del 118 accorsi in viale Monza, a Milano, per una chiamata da codice giallo, mentre l’ambulanza che era arrivata a sirene spiegate veniva presa a calci. A urlare loro “fate terrorismo” una negazionista che passava nella strada dell’intervento. Ad assistere alla scena l’autista del mezzo che chiamava la polizia locale per l’identificazione. L’associazione di primo soccorso InterSos presenterà denuncia contro la negazionista.
A far scattare la denuncia nei confronti della donna che ha preso a calci l’ambulanza il presidente dell’associazione InterSos, la cooperativa sociale Onlus di pubblica assistenza, Luca Casè. “L’obiettivo è dare un segnale a squilibrati, negazionisti, complottisti o semplici idioti, che in queste settimane hanno contribuito a rendere il lavoro di infermieri e soccorritori ancora più difficile”, riporta Il Corriere della Sera.
Casè già a fine ottobre si era impegnato in prima persona nella lotta alle fake news delle ambulanze che girano a vuoto con le sirene per le strade delle città, dopo che un video era diventato virale sui social network.
“Si vorrebbe lasciare intendere – spiegava in una nota – che chi svolge il servizio, con la regia non si sa bene di chi, accenda le sirene al solo fine di seminare il panico tra la gente in questo difficilissimo periodo”.
“Inutile dire – aveva denunciato Casè, – che il video è infondato oltre che ingannevole e il messaggio che se ne ricava ignobile, ledendo gravemente l’immagine, la reputazione e la professionalità della nostra Società, della nostra Federazione di appartenenza Fvs (Federazione Volontari del Soccorso) e, prima ancora, delle persone che operano sui nostri mezzi, danneggiando indirettamente anche tutti coloro che, a vario titolo, svolgono il servizio primario e di interesse generale del trasporto sanitario”.
“Per tale ragione – la conclusione – tuteleremo i nostri interessi e diritti innanzi le competenti autorità”.

(Globalist)

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