22 Novembre, 2024
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Calabria, nuovo stop. Gaudio rinuncia all’incarico di commissario

“Mia moglie non vuole trasferirsi a Catanzaro”

È il terzo commissario che salta. L’ex rettore della Sapienza a Repubblica: “Mia moglie non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro”. Sull’inchiesta sui concorsi dell’Università di Catania: “La politica è barbara, ma la mia posizione è stata appena archiviata. E Gino Strada non è il problema”

 

Eugenio Gaudioappena nominato dal Consiglio dei ministri nuovo commissario alla Sanità in Calabria, ha rinunciato al suo incarico. Lo ha annunciato a Repubblica lo stesso rettore uscente dell’Università La Sapienza di Roma. È il terzo commissario alla Sanità che si dimette in Regione.

Rettore, ci spiega perché non vuole prendere in mano un comparto così importante e disastrato della Regione Calabria?
“Motivi personali e familiari me lo impediscono”.

Deve spiegare meglio, altrimenti non si capisce e partono le illazioni.
“Mia moglie non ha intenzione di trasferirsi a Catanzaro. Un lavoro del genere va affrontato con il massimo impegno e non ho intenzione di aprire una crisi familiare”.

C’entra l’ansia per un incarico così diverso da quello di medico e rettore?
“Sarebbe una sfida importante, ma la famiglia per me è un valore primario”.

È rimasto ferito per le notizie che hanno richiamato un suo coinvolgimento, nell’estate 2019, nell’inchiesta sull’Università di Catania?
“Sono sempre colpito dall’imbarbarimento della politica. Le do una notizia in proposito, però: il procuratore di Catania ha appena fatto sapere al mio avvocato che è andato a depositare la richiesta di archiviazione per la mia presunta turbativa nei concorsi. Ne esco come ne sono entrato, pulito. Vorrei ricordare questo…”.

Dica?
“Ho mandato i miei figli a studiare in Inghilterra, alle università di Cambridge e Coventry, per evitare che si iscrivessero alla Sapienza di Roma, che chicchessia potesse avanzare illazioni nei loro e nei miei confronti. Ho vissuto sempre così e vedermi tirato dentro un’inchiesta giudiziaria per alcune telefonate in cui dico che non faccio impicci, sì, mi ha fatto male”.

Lei è un medico che, nei cinque anni di mandato, ha migliorato i conti e fatto crescere le immatricolazioni della più grande università d’Europa. Sarebbe stato in grado di guidare una realtà storicamente malata qual è la sanità calabrese?
“Avrei voluto provare. È un impegno gravoso, ma mi sono sempre messo a disposizione del servizio pubblico. Ho trovato resistenze in casa, e a questo mi piego. L’ho detto per tempo al ministro Speranza”.

Gino Strada, in un primo tempo candidato a fare tandem con lei, ha scritto una lettera dura: “Il tandem con Gaudio semplicemente non esiste”. Nasce da quella lettera la sua decisione di rinunciare?
“No, non sono questi i problemi, ho passato tutto il mandato in Sapienza a trovare coinvolgimenti, mediare. La scelta è mia, non posso fare il commissario della Sanità in Calabria”.

È un rettore uscente, adesso che cosa farà?
“Non vado in pensione. Continuo a insegnare, un mestiere meraviglioso. Due corsi di Medicina. Sono consulente del ministro Gaetano Manfredi per la ricerca e l’università, continuo a dirigere l’osservatorio delle scuole di specializzazione di Medicina. La mia vita resta intensa, ecco”.

(La Repubblica)

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Se non ci fosse da piangere, e tanto, ci sarebbe da ridere a crepapelle.

Se non fosse che di tutto ciò pagano le conseguenze i cittadini, si potrebbe scrivere un sonetto ironico.

Non bastano le difficoltà estreme di una situazione tragica, non bastano le continue diatribe – spesso per opportunismi vari – fra istituzioni: dobbiamo pure assistere a questa vergogna, e leggere le alte motivazioni di un diniego.

 L’agone

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