22 Novembre, 2024
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Covid-19. Brusaferro: “Decrescita dei contagi. Ma a Natale evitare gli spostamenti”

Il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità: “L’errore peggiore sarebbe quello di rilassarci e in due-tre settimane la curva ripartirebbe”

“Gli spostamenti per Natale? Con questi numeri è difficile pensare a spostamenti di massa. L’incidenza è ancora elevata e le prossime settimane sono molto critiche rispetto alle nostra capacità di rispettare il distanziamento ed evitare le aggregazioni ma se non lo facessimo il rischio è che i numeri ripartano“. Così ha spiegato il presidente dell’Istituto superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, in conferenza stampa. “L’unico modo per ridurre i casi è avere un Rt sotto 1. Siamo ancora in fase di mitigazione. Bisogna impedire ed evitare in ogni modo gli assembramenti”.

“La circolazione del virus in Ue sta vedendo una decrescita un po’ in tutta Europa. E questo avviene anche in Italia”. Seppur la curva ricoveri cominci ad andare verso l’appiattimento che ovviamente “è un dato importante – ha riconosciuto il presidente dell’Iss -, abbiamo sempre detto che il primo segnale di inversione è l’Rt, poi i casi sintomatici, il terzo segnale è l’occupazione dei posti letto e purtroppo l’ultimo è quello dei decessi, ancora molto elevato. Anche rispetto ai segnali di saturazione la curva si sta appiattendo”.

A fronte di questi dati però “l’errore peggiore – ha proseguito Brusaferro – sarebbe quello di rilassarci e in due-tre settimane la curva riparte“, ha proseguito Brusaferro,”il quadro della valutazione del rischio complessiva è cambiato ma ci sono ancora dieci regioni a rischio alto. Non ci devono essere rilassamenti. La curva deve ancora decrescere”.

“L’età mediana è in leggera crescita, questa settimana intorno ai 48 anni. Questo segnala che persone più anziane contraggono l’infezione, ed è un fenomeno che dobbiamo contrastare il più possibile”. Per i deceduti l’età media supera gli 80 anni.

“Quasi tutte le regioni hanno messo in campo delle risorse tale per le quali oggi possiamo vedere una decrescita della probabilità di completa saturazione delle terapie intensive”.

(Avvenire)

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