Già inserita dalla rivista Time tra le 100 personalità più influenti al mondo, la prima donna a capo del popolo Waorani, in Ecuador, ha vinto il Goldman Environmental Prize
È un nuovo trionfo per Nemonte Nenquimo, prima donna leader del popolo Waorani, tribù indigena di 5000 anime che vive attorno e dentro il Parco Nazionale di Yasuni, in Ecuador, uno degli ecosistemi più ricchi di biodiversità al mondo. Dopo essere stata inserita dalla rivista Time tra le 100 personalità più influenti del 2020, adesso le è stato assegnato il Goldman Environmental Prize, riconoscimento attribuito all’attivismo di base.
Questa indigena di 34 anni, cofondatrice della organizzazione no profit “Ceibo Alliance”, guidata dalle popolazioni originarie della giungla amazzonica del paese andino, aveva ottenuto nel 2019 un’importante vittoria legale in una causa intentata contro il governo di Quito. Con il sostegno di diverse organizzazioni ambientaliste si era opposta all’esproprio di un vasto territorio che faceva parte di quello sempre abitato dai suoi antenati per destinarlo a esplorazione petrolifere. Un vero sfregio a una delle zone più delicate e preservate che i diversi governi si erano impegnati a tutelare.
Con la scusa della crisi energetica e la necessità di trovare nuove fonti di approvvigionamento, prima il presidente Correa e poi Moreno avevano alzato le mani e annunciato l’avvio delle concessioni ai privati e dei lavori di trivellazione. Nemonte si è subito opposta e assieme ad altri membri della sua tribù ha trascinato in tribunale l’Ecuador. I giudici le hanno dato ragione e quella sentenza ha creato un precedente che è servito in tanti altri casi di scontro tra popolazioni indigene e multinazionali.
Proteggere l’ambiente è sempre stata una priorità per questa combattiva indigena. “Ho raccolto quanto mi hanno insegnato i miei genitori e gli anziani della nostra tribù”, ricorda alla Bbc che ha rilanciato la notizia già annunciata da numerosi siti ambientalisti. “Il popolo Waorani è sempre stato protezionista, ha difeso il proprio territorio e la propria cultura per migliaia di anni”. Nemonte racconta che da bambina amava ascoltare i vecchi saggi che spiegavano come vivevano i Waorani prima di entrare in contatto con i missionari. “Erano gli anni ’50”, rievoca adesso, “mio nonno era un leader e proteggeva la nostra terra dalle incursioni degli estranei. Ha personalmente guidato la difesa affrontando gli intrusi, lancia in mano”.
Suo nonno e altri anziani spinsero questa donna, che all’epoca aveva cinque anni, a crescere per diventare una leader. La prima donna a capo di un intero popolo. Una prospettiva rivoluzionaria, senza precedenti. Anche se la stessa Nemonte Nenquimo sostiene che “storicamente, sono state le donne waorani a prendere le decisioni mentre gli uomini andavano in guerra”. Le cose sono proseguite in questo modo per secoli. Poi, con l’arrivo dei missionari, tutto è cambiato. “Ci hanno detto”, afferma la vincitrice del Premio Goldman, “che Dio aveva creato Adamo e che Eva era arrivata dopo, da una sua costola. Questo ha provocato una grande confusione”.
Raggiante per il riconoscimento ottenuto, Nemonte ha ricevuto i complimenti di Leonardo DiCaprio che già nel settembre scorso, postando su Instagram la copertina di Time con l’immagine della presidente indigena della provincia di Pastaza, aveva ricordato chi fosse e per quale battaglia si era distinta. Nenquimo ci tiene a estendere il premio alle altre donne della sua tribù. “Ci sono tante leader femminili e il merito dei nostri successi va a loro. Nel nostro popolo il ruolo delle donne resta fondamentale. Quando si tratta di prendere delle decisioni non battono i pugni sul tavolo. Parlano, spiegano con calma e tutti gli altri ascoltano”.
(La Repubblica)