23 Dicembre, 2024
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Per Regeni Augias restituisce la Legion d’Onore alla Francia che “premia” al-Sisi

Anche Cofferati, Castellina e Melandri pronti a restituire le onorificenze. Amnesty: da Parigi “uno schiaffo in faccia a Patrick Zaki e a tutti gli altri prigionieri di coscienza in Egitto”

“Un gesto clamoroso”. Così il quotidiano francese le Monde descrive oggi la restituzione da parte di Corrado Augias della Legion d’onore francese, per protestare contro il conferimento della stessa onorificenza al presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi. Il quotidiano parla della forte “emozione” in Italia, spiegando che “l’onore fatto dal presidente egiziano non è stato ben accolto”, in relazione al caso Regeni e a quello di Zaki.

Il quotidiano ricorda che due sono le circostanze per il conferimento della Legion d’onore. La prima per chi ha reso servigi alla Francia (culturali, economici) o incoraggiato cause care alla Francia (difesa diritti umani e libertà di stampa, cause umanitarie). “Questo non è chiaramente il caso” di al Sisi, nota le Monde. Inoltre, come precisa il sito della cancelleria della Legion d’onore, l’alta decorazione viene concessa anche in occasione di visite di Stato “sostenendo così la politica estera della Francia”.

La protesta di Augias in nome di Regeni

Con il suo gesto eclatante, annunciato ieri su la Repubblica e concretizzato stamani nelle mani dell’ambasciatore francese a Roma, lo scrittore e giornalista Corrado Augias ha aperto la strada e altri l’hanno seguito. Finora Sergio Cofferati, Luciana Castellina e Giovanna Melandri hanno annunciato che rinunciano alle onorificenze ricevute dallo Stato francese.

Un gesto “grave e puramente simbolico, potrei dire sentimentale”, lo definisce Augias. “La mia opinione – scrive – è che il presidente Macron non avrebbe dovuto concedere la Legion d’onore ad un capo di Stato che si è reso oggettivamente complice di efferati criminali”. Nella lettera consegnata all’ambasciatore, Augias definisce l’assassinio di Giulio Regeni “una sanguinosa ferita e un insulto” e aggiunge: “Mi sarei aspettato dal presidente Macron un gesto di comprensione se non di fratellanza”.

Plauso all’iniziativa di Augias è arrivato dai genitori di Giulio Regeni. “E’ stato un esempio meraviglioso di coerenza di pensiero e di sostegno a una causa per i diritti civili” ha detto il padre, Claudio Regeni. Diversi parlamentari hanno lodato il gesto.

“Augias ha fatto un gesto onesto” scrive padre Alex Zanotelli, che qualche giorno fa aveva chiesto una grande mobilitazione per chiedere verità sull’orribile morte di Giulio Regeni e per la liberazione di Patrick Zachi, ingiustamente detenuto. “Davanti a Macron che va a dare la Legion d’onore ad Al Sisi che ha 60mila prigionieri politici ha fatto benissimo. Mi auguro che tantissime altre persone che l’hanno ricevuta, come Prodi, facciano lo stesso perché è così che si scuote il sistema. Gesti del genere sono estremamente efficaci, come la disobbedienza civile a leggi profondamente ingiuste”.

Il fatto: conferita la Legion d’Onore ad al-Sissi

Il 7 dicembre il presidente francese Emmanuel Macron ha decorato il suo omologo egiziano Abdel Fattah al-Sisi, in visita di Stato a Parigi, con la Legion d’Onore, la più alta distinzione francese, anche se ciò non è stato annunciato pubblicamente e non figurava nell’agenda ufficiale. L’onorificenza viene concessa a tutti i presidenti in visita di Stato in Francia.

L’Eliseo ha confermato la notizia solo dopo la diffusione di immagini da parte della presidenza egiziana. La cerimonia di consegna della Grand-Croix de la Légion d’Honneur ad al-Sisi è stata diffusa in Francia dalla troupe della trasmissione ‘Quotidien’, di TMC, e sui social network si sono subito moltiplicate le reazioni indignate.

Duro il commento di Amnesty International. “Conferendo la Legione d’onore ad al-Sisi, atto tenuto nascosto per evitare proteste, il presidente francese Macron ha scritto una delle pagine più nere dell’impegno europeo per i diritti. Uno schiaffo in faccia a Patrick Zaki e a tutti gli altri prigionieri di coscienza in Egitto” ha scritto su Twitter Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia.

(Avvenire)

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