Nuovo giro di vite in vista per negozi, bar e ristoranti. Dovrebbe essere confermato l’allentamento per i piccoli Comuni sugli spostamenti. Ma spunta pure l’anticipo del coprifuoco
Roma, 14 dicembre 2020 – I timori di una risalita dei contagi Covid spingono il governo a intervenire, di nuovo. Le folle nelle vie del centro per lo shopping di Natale nel fine settimana fanno paura. L’esecutivo valuta dunque una stretta in vista delle feste, anche sugli spostamenti. Tra le possibilità, una sorta di zona rossa nazionale nei giorni festivi e prefestivi, con la chiusura di negozi (ad eccezioni di quelli che vendono beni essenziali), bar e ristoranti.
Ancora nessuna decisione del governo. Il Comitato tecnico scientifico (Cts) questa mattina ha chiesto all’esecutivo di inasprire le misure anti Covid durante il periodo natalizio. Ieri l’ala rigorista ha insistito sull’applicazione del “modello Merkel” per evitare una terza ondata, ma il braccio di ferro è in corso, perché da una parte si punta ad inasprire le misure su negozi e ristoranti, dall’altra ci sono nodi da sciogliere e resistenze soprattutto da parte di Italia viva.
Il vertice di giornata si è aggiornato (la dead-line dovrebbe essere quella di mercoledì o giovedì mattina quando Boccia incontrerà le Regioni), resta da sciogliere soprattutto il ‘nodo’ sui ristoranti, ma l’orientamento è quello di non recedere dalla linea emersa ieri, anche se su un’unica zona rossa nazionale ci sarebbero perplessità anche da parte del premier Giuseppe Conte.
Il presidente del consiglio ha incontrato prima il Movimento 5 Stelle. “Abbiamo affrontato il tema che riteniamo surreale del rimpasto ribadendo che da parte nostra non c’è nessuna disponibilità” ha detto il capo politico del M5S, Vito Crimi.
Poi il meeting con il Pd: “Crediamo che l’azione di governo debba andare avanti con una grande sintonia con i problemi italiani” ha detto il segretario del Pd, Nicola Zingaretti, al termine dell’incontro con Conte. In 24 ore Conte vedrà Italia viva (alle 13) e Leu (alle 19). Annunciata la presenza anche di Renzi che ha minacciato mani libere qualora il governo non dovesse rivedere l’impianto sul Recovery plan. “Siamo convinti che i problemi che solleviamo sul Piano e sulla Task force sono condivisi dalla maggior parte degli italiani – ha detto Maria Elena Boschi, capogruppo di Iv alla Camera -. Il rimpasto che per noi non è assolutamente all’ordine del giorno”.
I dubbi riguardano anche la data del giro di vite: o il 20 dicembre, il giorno in cui secondo l’ultimo decreto scatta il blocco degli spostamenti tra regioni, oppure più vicino ai giorni di Natale. Comunque fino all’Epifania.
Tra le ipotesi che circolano sulla stampa in queste ore anche quella di una stretta più leggera con la chiusura di bar e ristoranti e coprifuoco dalle 18, per fermare cene o ritrovi in case private.
L’obiettivo è chiaro: scongiurare a ogni costo la terza ondata. “Io non vedo perché dobbiamo andare incontro a una terza ondata – ha detto Pierpaolo Sileri, viceministro della Salute, ad Agorà su Rai 3 -. Perché già il Natale di per sé, anche nello stesso Comune, porterà le famiglie a stare insieme ed è inevitabile che vi sarà una risalita dei contagi. Ma se è una risalita piccola, sarà gestibile altrimenti ci troveremo di nuovo con un nuovo picco”. Un nuovo picco, ha sottolineato, “che impedirà poi, da gennaio, di riaprire le scuole, i ristoranti, le piste da sci, insomma, di riprenderci la nostra vita. Perché – ha proseguito – fare tutto questo concentrato nel periodo natalizio è un rischio, farlo in maniera diluita a partire dal 7 gennaio è possibile a patto che i casi non siano 30-40 mila casi come abbiamo osservato un mese fa”.
Speranza: “Evitare assembramenti”
“Dobbiamo dirci la verità: il vaccino non arriverà subito per tutti e quindi bisognerà scegliere alcune categorie, e poi ci vorrà un po’ di tempo per poter avere le dosi necessarie per tutti”, così ha parlato al Tg3 il ministro della Salute, Roberto Speranza. “Dobbiamo assolutamente evitare gli assembramenti, è legittimo che in queste ore le persone possano fare acquisti e stare in giro. Evitare gli assembramenti però è fondamentale se non vogliamo essere costretti a ulteriori restrizioni molto dure. La mia opinione è chiara: queste misure ci possono aiutare nelle settimane delle vacanze di Natale a evitare che arrivi una terza ondata e una recrudescenza. Stiamo ragionando sulle due settimane delle vacanze, quello è il periodo più complicato. L’auspicio è che nel giro di poco tempo si possano assumere ulteriori misure in grado di scongiurare un’ipotetica terza ondata”.
(Quotidiano.net)