25 Novembre, 2024
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Un quarto della popolazione mondiale non avrà il vaccino prima del 2022

Le sfide logistiche del programma globale di vaccinazione, avverte uno studio, saranno complesse quanto quelle che la comunità scientifica ha dovuto affrontare per sviluppare il siero

Quasi un quarto della popolazione mondiale non avrà accesso al vaccino Covid-19 almeno fino al 2022, secondo uno studio pubblicato su The BMJ che avverte che le sfide logistiche del programma globale di vaccinazione saranno complesse quanto quelle che la comunità scientifica ha dovuto affrontare per sviluppare il siero.

Un secondo studio pubblicato sulla stessa rivista stima che 3,7 miliardi di adulti in tutto il mondo siano disposti a essere vaccinati, sottolineando l’importanza di progettare strategie giuste ed eque per garantire che l’offerta possa soddisfare tutta la domanda, specialmente nei paesi a basso reddito.

Un primo studio, condotto da ricercatori della Johns Hopkins University ha analizzato le scorte di vaccini che i Paesi hanno prodotto ancor prima che fossero approvati dagli organismi ufficiali in Europa e negli Stati Uniti.

Al 15 novembre, 7,48 miliardi di dosi, o 3,76 miliardi di trattamenti, erano già state richieste a 13 produttori dei 48 candidati vaccini covid-19 che stanno completando (o hanno già terminato) gli studi clinici.

La metà (51%) di queste dosi andrà ai Paesi ricchi, che rappresentano il 14% della popolazione mondiale e il resto ai paesi poveri, che ospitano l’85% della popolazione mondiale.

Se tutti questi vaccini candidati venissero sperimentati con successo, la capacità di produzione totale prevista sarebbe di 5,96 miliardi di dosi entro la fine del 2021, con prezzi compresi tra 4,90 e 60,8 euro per dose.

Fino al 40% dei trattamenti vaccinali completi di questi produttori potrebbe essere per i Paesi a reddito inferiore, anche se ciò dipenderà dalla solidarietà dei paesi ricchi e che condividono parte delle loro riserve con i Paesi con minori risorse e dal fatto che Stati Uniti e Russia si uniscono agli sforzi coordinati a livello globale. Ma anche se questi produttori di vaccini raggiungessero la loro massima capacità di produzione, almeno un quinto della popolazione mondiale non avrebbe ai vaccini fino al 2022, conclude lo studio.
Un’altra ricerca, condotta da centri in Cina, esamina le popolazioni bersaglio dei vaccini per aiutare a mappare strategie globali di allocazione eque.

Il numero finale di destinatari di questo vaccino dipenderà e varierà notevolmente a seconda della regione geografica, degli obiettivi della vaccinazione (come il mantenimento dei servizi di base essenziali, la riduzione dei casi di Covid-19 e l’interruzione della trasmissione del virus) e l’impatto della riduzione della domanda globale.

Al momento si stima che il 68% della popolazione mondiale (3,7 miliardi di adulti) sia disposta a essere vaccinata, dati che aiuteranno a stabilire le priorità nell’assegnazione dei vaccini “a livello globale, regionale e nazionale”.
Sebbene entrambi gli studi si basino su stime, gli autori sottolineano che sono sufficienti per “illustrare la portata e la grande complessità della produzione, acquisto, distribuzione e somministrazione di vaccini per soddisfare la domanda globale e farlo in modo equo tra Paesi e popolazioni” .

Inoltre, in un editoriale pubblicato sulla stessa rivista, Jason Schwartz, dell’Università di Yale, sottolinea che molti Paesi hanno già dimostrato il loro impegno per un accesso globale equo ai vaccini covid-19 acquistando tramite il servizio Covax, che destina parte del pagamento ai vaccini per i Paesi più poveri.

Tuttavia, avverte che la distribuzione soddisfacente ed equa dei vaccini “richiede un coordinamento globale senza precedenti e un impegno costante di risorse finanziarie, logistiche e tecnici – provenienti da Paesi ad alto reddito “.

(Agi)

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