Nuovo colloquio tra Von der Leyen e Johnson, che parla di “situazione grave”. Il principale scoglio rimane l’accesso dei pescherecci europei alle acque britanniche
Un fallimento dei negoziati con Bruxelles sull’accordo post-Brexit è “probabile senza cambiamenti significativi” nella posizione dell’Ue. Lo ha dichiarato un portavoce di Downing Street dopo il colloquio del premier britannico Boris Johnson con la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen. “Il premier”, ha detto il portavoce riferendo del colloqui, “ha sottolineato che i negoziati sono ora in una situazione grave. Il tempo è poco e ora sembra molto probabile che un accordo non verrà raggiunto senza che la Ue cambi in modo sostanziale la sua posizione”, che per quanto riguarda i diritti di pesca è “inaccettabile”.
“Con Boris Johnson abbiamo accolto con favore sostanziali progressi su molte questioni, ma rimangono grandi differenze da superare, in particolare sulla pesca”, ha riferito in un comunicato Von der Leyen, annunciando che i negoziati “continueranno domani”. “Superare queste divergenze sarà molto impegnativo”, ha ammesso von der Leyen.
Poco prima, il ministro britannico Michael Gove aveva annunciato che le trattative tra Unione Europea e Regno Unito per l’accordo di libero scambio post-Brexit potrebbero prolungarsi anche dopo il Natale. “Spero che riusciremo a chiudere un accordo il più velocemente possibile ma le trattative potrebbero proseguire oltre Natale”, aveva detto Gove in un’audizione.
Il nodo della pesca
È la pesca il punto sul quale le distanze sembrano insuperabiliu. Nell’Unione Europea i pescherecci di ogni Paese hanno accesso pieno alle acque degli altri salvo le 12 miglia marine prossime alla costa ma la pesca di ogni specie è legata a precise quote che vengono stabilite ogni dicembre. Una volta uscita dall’Unione Europea, la Gran Bretagna propone di discutere ogni anno con Bruxelles le quote riservate ai pescherecci degli Stati Ue entro 200 miglia marine di zona economica esclusiva, come fa, ad esempio, la Norvegia.
L’Unione Europea intende però mantenere lo status quo a causa dell’impatto durissimo che le flotte del vecchio continente subirebbero se non avessero più libero accesso alle acque britanniche entro le 12 miglia marine dalla costa. Al momento, il 60% del pesce catturato in acque britanniche viene raccolto da pescherecci stranieri.
(Agi)