25 Novembre, 2024
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Variante Covid, picco di morti in GB. Pfizer e Moderna: “Vaccini dovrebbero funzionare”

Il fondatore di Biontech, Ugur Sahin: in caso di mutazione BioNtech è in grado di fornire un nuovo vaccino “in sei settimane”.

Ue a Stati membri, riaprire collegamenti con Gb, ok di Francia.

Oms: c’è il rischio che i test siano meno efficaci. Bassetti: non dobbiamo temere nulla

Washington, 22 dicembre 2020 – Dopo l’allarmne lanciato sulla nuova variante inglese del Covid 19 la Gran Bretagna ha registrato oggi un nuovo picco di contagi giornalieri, e di morti. Nelle ultime 24 ore il governo di Londra ha contato 36.807 nuovi casi, con i decessi risaliti di 691 unità, il numero quotidiano più alto da giorni.

Il nuovo ceppo, nonostante le assicurazioni, può rischiare di intralciare la strada dei vaccini, e così – perché non ci siano dubbi – Pfizer-Biontech e Moderna stanno testando i loro vaccini proprio sulla mutazione del coronavirus. Uno studio che dovrebbe durare un paio di settimane. “Sulla base dei dati ottenuti finora, ci aspettiamo che l’immunità indotta dal vaccino Moderna protegga anche contro le varianti recentemente scoperte nel Regno Unito. Faremo test addizionali nelle prossime settimane per confermare queste aspettative”, dichiara la società in una nota. Allo stesso modo, Pfizer segnala di studiare la risposta delle persone immunizzate al nuovo ceppo del virus. Quelli di PfizerBionTech e Moderna sono gli unici due vaccini autorizzati fino a questo momento negli Stati Uniti. Il virus è già mutato altre volte ed entrambe le società hanno assicurato che i loro sieri si sono dimostrati efficaci anche contro queste nuove varianti.

Intanto, la Commissione europea ha invitato gli Stati membri a riaprire i collegamenti commerciali e il trasporto passeggeri con il Regno Unito, quando si tratta di merci e viaggi “essenziali”. In una nota, la Commissione ha rilevato che il trasporto merci da e verso il Regno Unito deve continuare in maniera ininterrotta, anche se dovrebbe essere evitato “fino a nuovo avviso” ogni viaggio non essenziale. “I divieti di volo e ferroviari dovrebbero essere sospesi considerata la necessità di assicurare viaggi essenziali ed evitare l’interruzione della catena di approvigionamento”, si legge nel comunicato. Il tema del coordinamento Ue, dopo la scoperta di una variante del Covid 19 che sta dilagando in Inghilterra, sarà uno dei temi al centro della riunione tra gli ambasciatori dei Ventisette, a partire dalle 16, a Bruxelles; i governi hanno già promesso di coordinare la loro risposta.

Parigi riapre a Gb con test Covid

Da domani mattina gli aerei, le navi e i treni Eurostar riprenderanno il loro servizio, ha annunciato in un tweet il ministro dei Trasporti francese, Jean-Baptiste Djebbari, specificando: “I connazionali francesi in Inghilterra, i residenti britannici in Francia e coloro che hanno un motivo legittimo dovranno essere muniti di test negativo” per rientrare in Francia. La riapertura condizionata dei collegamenti in accordo con la Gran Bretagna, Djebbari ha ringraziato il collega britannico, Hon Grant Shapps, per “il bel lavoro fatto nelle ultime 48 ore”.

Mutazione? Nuovo vaccino in 6 settimane

La mutazione del Covid comparsa in Gran Bretagna “è un po’ diversa” da quelle prese in considerazione finora, “e non sappiamo ancora precisamente se il nostro vaccino possa proteggere anche contro questa. Dal punto di vista scientifico, però, è altamente probabile che il nostro vaccino possa difendere anche contro questa variante“, sottolinea il fondatore di Biontech, Ugur Sahin, in conferenza stampa. Serviranno adesso due settimane per raccogliere i dati a riguardo, ha anche sottolineato.

In ogni caso – continua Sahin – BioNtech è in grado di fornire un nuovo vaccino “in sei settimane” in caso di mutazione del virus. “E’ probabile – insiste – che l’attuale vaccino funzioni contro la nuova variante di virus, ma lo sapremo tra due settimane dopo aver compiuto gli esperimenti”.

Oms: rischio test meno efficaci

Dal canto suo l’Oms segnala che una delle 14 mutazioni che caratterizzano la variante Gb del coronavirus Sars-CoV-2 potrebbe creare qualche problema anche sul fronte della diagnosi di Covid-19: è stato osservato infatti che rende meno efficaci alcune tipologie di test. 
L’Organizzazione mondiale della Sanità esprime “preoccupazione per la perdita di prestazioni segnalata per alcuni test Pcr”, tecnologia usata per i tamponi molecolari. Nello specifico “è stato riscontrato che una mutazione della variante Gb, cioè la delezione in posizione 69/70, influisce sulle performance di quelli che utilizzano come bersaglio il gene S (Spike)”.

D’altro canto però l’Oms rassicura: “La maggior parte dei test Pcr in tutto il mondo utilizza più target e quindi non si prevede che l’impatto della variante sulla diagnostica sia significativo”.  Nonostante questo, l’Oms “desidera attirare l’attenzione” su eventuali rischi e fornisce alcune indicazioni. “Si consiglia ai laboratori che utilizzano kit Pcr commerciali per i quali i geni virali presi di mira non vengono chiaramente identificati nelle istruzioni di contattare il produttore per ulteriori informazioni. Anche i laboratori che utilizzano test Pcr interni che prendono di mira il gene S del virus dovrebbero essere consapevoli di questo potenziale problema. Al fine di limitare l’impatto sulle capacità di rilevamento” dell’infezione “nei Paesi, si raccomanda anche un approccio che utilizza diversi saggi in parallelo o saggi multipli, mirati a diversi geni virali, per consentire il rilevamento di potenziali varianti”.

Bassetti: non dobbiamo temere nulla

Sulla variante inglese del nuovo coronavirus “c’è stato troppo rumore per un qualcosa peraltro senza fondamento scientifico; l’annuncio è del ministero inglese, ma senza una pubblicazione scientifica su una rivista ‘peer-review'”, sottolinea l’infettivologo Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova e componente dell’Unità di crisi Covid-19 della Liguria.
”In un laboratorio di genomica inglese è stato trovato che il coronavirus pare aver avuto una mutazione che però non inficia sulla mortalità e sull’aggressività del virus, ma aumenta la contagiosità del 70%. Non è una dato però approvato scientificamente – prosegue Bassetti – I virus normalmente mutano, ci sono state già altre segnalazione sul coronavirus e il virus dell’influenza, ad esempio, ha mutazioni velocissime mentre questo un po’ meno. Quindi era già successo e ci sono pubblicazioni su ‘Nature’, è dunque probabile che questa mutazione sarà trovata anche in Italia, ma non dobbiamo temere nulla“.

(Quotidiano.net)

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