Il caso sollevato da un medico che aveva presentato reclamo lamentando una violazione della sua privacy avvenuta nel corso di una puntata della trasmissione
I giornalisti devono agire con “correttezza e trasparenza” evitando di utilizzare artifici e pressioni” per raccogliere notizie che potrebbero essere acquisite con gli strumenti dell’inchiesta giornalistica. Il principio è stato ribadito dal Garante che ha sanzionato Reti Televisive Italiane Spa e ha vietato la diffusione di un’intervista all’interno di un servizio de ‘Le Iene’.
Il caso affrontato dall’Autorità – si legge nella newsletter del Garante – riguarda un medico che aveva presentato reclamo lamentando una violazione della sua privacy avvenuta nel corso di una puntata della trasmissione. Dopo essere stato avvicinato dagli inviati del programma televisivo che – senza identificarsi – erano entrati nel suo studio fingendo un malore, il medico era stato ripreso e ‘intervistato’ a sua insaputa.
Nel servizio, riferisce il Garante, comparivano lunghi primi piani della sua persona, oscurata solo parzialmente in volto e senza mascheramento della voce, e dettagli del luogo di lavoro che lo rendevano riconoscibile. Al professionista, inoltre, mentre era dedito alle sue prestazioni sanitarie, venivano rivolte con insistenza domande sul problema dei fumi e sull’inquinamento dell’aria nel Comune dove lavora.
Nel decidere sul reclamo, il Garante ha ritenuto che, nel caso specifico, “i giornalisti avrebbero dovuto agire con correttezza e trasparenza, qualificandosi ed evitando artifici e pressioni indebite, in conformità alla disciplina in materia di privacy e al Codice deontologico dei giornalisti”.
Le informazioni che i giornalisti intendevano raccogliere, osserva il Garante, “si sarebbero infatti potute ugualmente acquisire con modalità diverse, ricorrendo, ad esempio, ad altre fonti o attraverso una intervista palese al medico, eventualmente con garanzie di anonimato, oppure interpellando altri medici della zona”.
Modalità che “non sono state esperite – si legge ancora nella newsletter – senza peraltro che RTI abbia fornito all’Autorità elementi in grado di dimostrare l’impossibilita’ di procedere non ricorrendo agli artifici utilizzati. Si sarebbe potuto inoltre garantire piu’ efficacemente l’anonimato dell’interessato, ad esempio con il mascheramento della voce e l’utilizzo di inquadrature non focalizzate sulla persona e sul suo ambiente di lavoro”.
Reti Televisive Italiane Spa dovrà dunque pagare una sanzione di 10 mila euro e non potrà più diffondere l’intervista in questione all’interno del servizio, che dovrà comunque essere conservata per eventuali utilizzi in sede giudiziaria. Il Garante ha disposto l’invio di copia del provvedimento al Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti e la sua pubblicazione per intero sul sito web del Garante.
(Agi)