25 Novembre, 2024
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Francesco: “Gesù è nato per noi: un noi senza confini, senza privilegi né esclusioni”

Solennità del Natale in tempo di pandemia. Bergoglio, prima di impartire la benedizione ‘Urbi et Orbi’, rivolge- in mondovisione- il tradizionale messaggio natalizio ai fedeli di tutto il mondo.

Quest’anno dall’Aula delle Benedizioni e non dalla Loggia del Palazzo Apostolico, per evitare assembramenti. “Fratelli e sorelle, buon Natale! Vorrei far giungere a tutti il messaggio che la Chiesa annuncia in questa festa, con le parole del profeta Isaia: ‘Un bambino è nato per noi, ci è stato dato un figlio’. E nato un bambino: la nascita è sempre fonte di speranza, è vita che sboccia, è promessa di futuro. E questo Bambino, Gesù, è ‘nato per noi’: un noi – scandisce Bergoglio- senza confini, senza privilegi né esclusioni”.

“E così, – ricorda il Papa – grazie a questo Bambino, tutti possiamo chiamarci ed essere realmente fratelli: di ogni continente, di qualsiasi lingua e cultura, con le nostre identità e diversità, eppure tutti fratelli e sorelle”. Un richiamo alla fratellanza più che mai importante nella crisi della pandemia, dice Francesco: “In questo momento storico, segnato dalla crisi ecologica e da gravi squilibri economici e sociali, aggravati dalla pandemia del coronavirus, abbiamo più che mai bisogno di fraternità. E Dio ce la offre donandoci il suo Figlio Gesù: non una fraternità fatta di belle parole, di ideali astratti, di vaghi sentimenti… No. Una fraternità basata sull’amore reale, capace di incontrare l’altro diverso da me, di con-patire le sue sofferenze, di avvicinarsi e prendersene cura anche se non è della mia famiglia, della mia etnia, della mia religione; è diverso da me ma è mio fratello, è mia sorella. E questo vale anche nei rapporti tra i popoli e le nazioni”.
Da qui il monito ai fedeli di tutto il mondo che oggi non possono essere in piazza San Pietro: “Il Bambino di Betlemme ci aiuti allora ad essere disponibili, generosi e solidali, specialmente verso le persone più fragili, i malati e quanti in questo tempo si sono trovati senza lavoro o sono in gravi difficoltà per le conseguenze economiche della pandemia, come pure le donne che in questi mesi di confinamento hanno subito violenze domestiche”.
Bergoglio si rivolge ancora una volta ai capi di governo per rinnovare il suo appello per un vaccino globale: “Il Figlio di Dio ispiri a coloro che hanno responsabilità politiche e di governo una rinnovata cooperazione internazionale, a cominciare dall’ambito sanitario, affinché a tutti sia garantito l’accesso ai vaccini e alle cure. Di fronte a una sfida che non conosce confini, non si possono erigere barriere. Siamo tutti sulla stessa barca. Ogni persona è un mio fratello. In ciascuno vedo riflesso il volto di Dio e in quanti soffrono scorgo il Signore che chiede il mio aiuto. Lo vedo nel malato, nel povero, nel disoccupato, nell’emarginato, nel migrante e nel rifugiato”.

(Globalist)

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