Faggeta di Oriolo Romano: le specie più interessanti di questo magico posto e le loro caratteristiche
La faggeta di Monte Raschio è un bosco molto antico che non ha subito cambiamenti nel corso di molti secoli. Sorge nel paese di Oriolo Romano e dal 7 luglio 2017 fa parte del sito UNESCO patrimonio mondiale dell’umanità denominato “Le foreste di faggio primordiali dei Carpazi e di altre regioni europee”. Si tratta di un luogo davvero particolare, popolato non solo da tipici animali del bosco, ma anche da specie rare e curiose: lupi (Canis lupus italicus), cinghiali (Sus scrofa), tassi (Meles meles), volpi (Vulpini), donnole (Mustela nivalis), istrici (Hystrix cristata) e ghiri (Glis glis). Questi sono gli abitanti della faggeta. Se alziamo il nostro sguardo verso gli alberi possiamo ammirare scoiattoli e vari tipi di uccelli, dai più comuni ai più insoliti. Alcuni esempi sono la civetta (Athene noctua), il cuculo (Cuculus canorus), il gufo (Asio otus), il nibbio bruno (Milvus migrans), lo zigolo nero (Emberiza cirlus) e il picchio rosso (Dryobates minor).
Le specie che caratterizzano, per la loro unicità, la faggeta sono il pipistrello barbastello, la rosalia alpina, il moscardino e il picchio verde; quest’ultimo è caratterizzato da un particolare verso simile a quello di una risata.
Abbiamo intervistato un esperto del posto (Emmanuelle Argenti); qui sotto riportiamo un estratto della nostra intervista.
«[…] I pipistrelli derivano da insettivori primitivi che hanno scoperto il volo, sono mammiferi e hanno una vista molto sviluppata. Essi sono utili per l’uomo perché limitano gli insetti; si spostano grazie al biosonar che è un sistema di orientamento che si basa su suoni e gli ultrasuoni e permette loro di orientarsi anche di notte. La leggenda secondo la quale essi si impigliano nei capelli non è vera proprio grazie al biosonar. I chirotteri (sinonimo di pipistrelli) volano di notte per evitare predatori diurni, ce ne sono circa 1100, vivono dai 10 ai 20 anni. Fanno un figlio ogni anno e l’accoppiamento avviene a fine estate. La gravidanza dura circa un mese. Quando arriva il freddo c’è meno cibo, di conseguenza si ritirano in rifugi (rust) dove ibernano. La temperatura di questi rifugi deve essere stabile, con umidità ambientale alta, buio e tranquillità.
Il pipistrello barbastello fa parte dalla famiglia dei chirotteri; come già sapete è un piccolo mammifero notturno che dorme a testa in giù perché il peso del suo corpo poggia sui tendini collegati agli artigli che si chiudono automaticamente e in questo modo si riposa. La sua pelliccia varia dal marrone scuro al nero e le sue ali sono strette e lunghe come le nottole. Si nutre di piccoli insetti catturati da lui stesso, ma anche di ragni anche se il suo cibo principale è la falena. La sua aspettativa di vita è di 21 anni e 9 mesi. Il pipistrello barbastello è una specie protetta a livello europeo. Esso vive negli alberi morti in piedi, negli alberi senescenti o nelle cortecce; è di piccole dimensioni e cambia molto spesso rifugio da qui l’importanza degli alberi morti che è necessario che non vengano abbattuti. Una minaccia per l’esistenza di questa specie è il taglio degli alberi e i pesticidi perché questi ultimi provocano la morte delle falene e quindi diminuisce il cibo a loro disposizione oppure si cibano di insetti avvelenati e quindi muoiono anch’essi per avvelenamento. E’ una specie elusiva, infatti si nascondono e sono molto difficili da vedere. E’ anche una specie vulnerabile a livello mondiale. I chirotteri si studiano mediante gli ultrasuoni, con il back detector cioè le frequenze dei pipistrelli. […]
La rosalia alpina è un coleottero nero e azzurro. Si nutre di legno morto, presente in abbondanza nella nostra faggeta, scavando lunghe gallerie. Il legno morto ha un’importanza fondamentale nelle foreste, specie nella faggeta, proprio perché molte specie si nutrono di esso e senza ne rischiano l’estinzione. E’ una specie rara, per questo l’Ente Parco ha iniziato dei monitoraggi ogni 3 anni ed è risultato che ci sono solo due individui adulti di questa specie. […]»
Foto tratte da un monitoraggio effettuato nella Faggeta di Oriolo Romano
-Rosalia Aplina
– Pipistrello Barbastello
Articolo realizzato da Sara, Valentina e Marta